MANU’ BENELLI VOLA IN SIRIA: INSEGNARE PALLAVOLO COME MISSIONE UMANITARIA

In questi ultimi anni in Siria il numero delle Persone con Disabilità è aumentato in maniera considerevole, come conseguenza del conflitto che dal 2011 ha sconvolto il Paese con un impatto devastante sulla situazione socio-economica e sanitaria della popolazione. Attualmente, le persone con disabilità sono circa 2,9 milioni, su una popolazione residente di 18 milioni, e devono affrontare le rilevanti difficoltà e gli ostacoli di questa condizione sfavorevole del paese determinata da anni di guerra e di isolamento.

Per mitigare questo critico panorama avvolto da ostilità e violenze, si sono via via succedute varie agenzie internazionali, come le Nazioni Unite, e associazioni tra cui FELCOS Umbria che, in collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo [UNDP] in Siria sta lavorando con l’obbiettivo di sostenere lo sviluppo umanitario, il miglioramento della salute, l’autonomia, la qualità della vita e l’inclusione delle persone con disabilità in un paese sconvolto dalla guerra.

“Con la profonda convinzione che il mio lavoro è quell’amore profondo che va donato” e, venuta a conoscenza di queste nobili iniziative, Manù Benelli decide di aderire ad un progetto del tutto nuovo e al di fuori della classica routine della Volley Academy: una missione umanitaria in Siria. Per insegnare le regole e le tecniche del sitting volley agli allenatori e agli atleti con disabilità, reduci del conflitto che non hanno perso la voglia di reagire alle vicissitudini.

COM’È NATA LA PROPOSTA

Sabato 26 ottobre 2019 si è svolto l’Open Day gratuito di Sitting Volley, tra i vari ospiti d’eccezione c’era Massimiliano Manfredi, Referente del Comitato Paraolimpico Italiano Lombardia. Per la prima volta la Volley Academy Manù Benelli creava un percorso formativo interamente dedicato alla pratica della pallavolo per gli atleti con disabilità motorie e, quindi, una disciplina inserita in un contesto di sport integrato. “Da questa giornata è nata un’intesa con Massimiliano – racconta Manù — che mi ha proposto di partecipare come esperta formatrice nell’ambito del progetto “Salute, Inclusione e Partecipazione. Sviluppo delle competenze per la promozione della salute e dell’inclusione delle persone con disabilità e supporto al recupero socio-economico in Siria”. Dopo l’esperienza e i risultati ottenuti dal corso di formazione “Conoscere, scegliere e personalizzare gli ausili per la mobilità e per la postura e gli adattamenti ambientali”, svolto a Damasco dal 28 aprile al 6 maggio 2018, FELCOS e UNDP Siria hanno voluto superare un concetto di riabilitazione inteso unicamente come recupero del benessere fisico e funzionale, promuovendo anche quello psicologico delle persone con disabilità, per la riappropriazione della capacità di autodeterminazione nel contesto socio-ambientale e lavorativo, In questa maniera FELCOS e UNDP agiscono anche sulle elaborazioni del trauma e al reinserimento nella vita quotidiana. La guerra non ha impedito alle persone con disabilità di cogliere le opportunità di crescita anzi, hanno visto in questa realtà una possibilità di rivincita individuale.

“Inizialmente abbiamo chiesto alla FIPAV – Federazione Italiana Pallavolo – d’aderire a questo progetto selezionando due allenatori nazionali di sitting volley ma, a causa dell’instabilità siriana, non siamo riusciti a trovare un accordo” spiega Massimo Porzi, Direttore di FELCOS Umbria. Ma, come si suol dire “la speranza è l’ultima a morire” così l’8 febbraio Manù Benelli e Massimiliano Manfredi sono partiti per Damasco insieme ad altri 5 esperti formatori di alto livello nel campo della disabilità, della vita indipendente e del per conulting, degli ausili, della psicologia dell’emergenza e supporto psico-sociale post-traumatico, che hanno realizzato nello stesso periodo 2 importanti attività formative e di assistenza tecnica: il corso sul supporto bio-psico-sociale e il corso sui sistemi di assistenza protesica. “Per prendere parte a questo progetto delle Nazioni Unite, ho applicato all’avviso pubblico specifico per la selezione di esperti, aperto da FELCOS relativamente all’attività in oggetto. Una volta passato questo step, abbiamo preparato il Programme Course della nostra formazione, le slide in italiano e in inglese da mostrare durante le lezioni e tutto il materiale da lasciare ai nostri corsisti siriani”.

Manù ha lasciato l’Italia per andare ad insegnare ai siriani la disciplina del sitting volley. La pallavolo giocata da seduti perfetta per chi ha subito l’amputazione degli arti. Ma, una volta conosciuti i quindici corsisti, ha avuto una bella sorpresa: era uno sport che conoscevano molto bene. “Noi gli abbiamo fornito molte nozioni tecniche ed approfondimenti tattici ma, quello che gli manca è il contatto con il mondo esterno e la capacità di organizzazione”.

La Siria è una nazione che desidera evolvere nel mondo della pallavolo come la sua vicina: l’Iran. “Prendere parte a questo progetto significa partecipare al loro sogno. Quello che abbiamo fatto a Damasco è solo una piccola goccia di quello che ci sarebbe da fare.” Ma, per Manù Benelli questo è solo l’inizio, ci saranno altre partenze e tanto lavoro da svolgere.

ANCHE LA GAZZETTA PARLA DEL PROGETTO

Non siamo gli unici a parlare di questa nobile iniziativa, altri giornali di portata nazionale hanno preso a cuore questa missione come, ad esempio, la Gazzetta dello Sport. Il quotidiano ha pubblicato un articolo – nella foto – dal titolo: “ Il sitting volley in Siria per far giocare tutti” redatto dal giornalista Pierfrancesco Catucci, uno scritto che racconta di tanto talento e, soprattutto, tanta solidarietà.